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Quando assaggiamo un cocktail attiviamo davvero tutti i sensi, tranne il tatto forse; mentre l’olfatto è molto importante, soprattutto se si è soliti usare erbe aromatiche ed oli essenziali.
 
Per avere delle linee guida sull’utilizzo di questi prodotti sarà utile un assaggio di aromaterapia, che ha l’obiettivo di procurare benessere utilizzando essenze ed aromi. Gli oli essenziali sono quelli che, per intenderci, troviamo nelle bucce degli agrumi, e che hanno proprietà interessanti anche in cucina o nel mondo del bar.

Il bartender deve sapere quali di queste essenze possono superare il bancone dell’erboristeria ed arrivare in un bicchiere: alcuni aromi non sono infatti adatti per uso alimentare come il gelsomino, impiegato per profumare la tavola ma non adatto per i drink.
Il nostro naso ha una memoria, e gli odori rimarranno impressi arrivando alla corteccia cerebrale, creando ricordi molto più forti del suono o dell’immagine. Importante creare, quindi, abbinamenti che permettano di essere ricordati.Si parte, ovviamente, dalla conoscenza degli elementi, ma anche da quella del cliente, dalle sue esigenze. Avvantaggiato il barman che sa creare un rapporto con l’avventore, anche perché il profumo può far tornare.

Dunque, limone e pompelmo sono energizzanti, il bergamotto è antidepressivo e la rosa riempie vuoti interiori, mentre il pepe è un tonico. Conoscere il cliente vuol dire anche sapere il suo stato d’animo, proprio per profumare il drink col giusto tocco.
 
E i profumi possono fuoriuscire dal bicchiere, per invadere l’ambiente e il locale, che si imprimerà nella memoria del vostro cliente. Come dire, si può bere anche con il naso!

 

 

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