Un Barman a vela è il nuovo progetto creato e ideato da Luca Gandolfi, un ragazzo bolognese che ha deciso di unire la passione per i cocktail e quella per la vela e il mare, per dar vita ad un interessante progetto lavorativo. Lo abbiamo intervistato per scoprire meglio il suo progetto.
Luca Gandolfi, parlaci un po’ di te. Quando hai iniziato ad avvicinarti al mondo del food e del bar?
Ho 36 anni, ancora per poco. Classe 82. Bolognese con la “s” e la “z” particolarmente marcate. Ho iniziato il mio percorso nella ristorazione per mantenermi duranti gli studi. Scienze statistiche all’ Università e Master in International management che mi hanno portato a viaggiare, studiare e lavorare anche all’estero. (Francia, Svezia e Australia). Non sono mai stato senza lavorare per più di una settimana nella mia vita, non approvo e non concordo con chi si lamenta e asserisce di non trovare mai un posto. Certo, si aspira al meglio ma ogni situazione, anche non appagante intanto insegna e dona qualcosa.
Quali sono state le tue prime esperienze nei locali?
Nasco dall’altra parte del bancone. Ho cominciato come cameriere. Solo in un secondo momento sono passato dietro al banco operando dalla discoteca, dove lavori sul numero, spesso a discapito della qualità. Al jazz club con 40 coperti dove puoi, anzi devi, con piacere, curare e dar vita a cocktail più ricercati e raffinati coccolando il cliente. Man mano che accumulavo anni di età ho iniziato a rallentare con il mondo della notte, perfettamente consapevole di quanto è maestro ma vampiro allo stesso tempo, per passare a quello “diurno” . Ho lavorato per anni come commerciale di giorno mantenendo degli extra come barman, mancava troppo. Ora ho però la fortuna di poter lavorare a tempo pieno nel settore come trainer per una rinomata torrefazione (Caffè Molinari).
Nella vita però hai anche un’altra passione, quella per il mare e le barche a vela…
La passione per la vela ha avuto un percorso parallelo e similare. Una scoperta fatta per caso grazie ad una vacanza organizzata con amici in poche settimane. Navigammo nel Tirreno tra Isola d’ Elba, Capraia e Corsica. Fu bellissimo. Così ricercai negli anni quella dimensione partecipando a diverse vacanze in barca a vela e successivamente praticando in prima persona corsi di vela fino ad arrivare ad acquisire la patente nautica.
Unendo queste due passioni hai però avuto una splendida idea. Ce ne vuoi parlare?
Entrambe queste attività-passioni, la vela e il fare cocktail, negli ultimi anni sono state messe da parte o comunque delimitate per il poco tempo a disposizione. Così dalla fusione di più stimoli e impulsi, anche un po’ egoistici per dirla tutta, tra cui vivere di più il mare e la barca a vela nasce il progetto Un barman a vela. Volevo crearmi la possibilità di fare più spesso ciò che mi allietava e renderlo possibile anche ad altri. Sono quindi partito dalla formulazione dei week end, una finestra temporale minima e accessibile a tutti ma sufficiente per poter degustare la vela e spesso innamorarsene. Ma non mi bastava. Così iniziai a pensare: ma perché gli avventori dovrebbero scegliere me? Ecco che ho caratterizzato queste uscite unendo il mondo dei cocktail che si lega alla navigazione in modo ancestrale.
Quindi con Un Barman a vela che cosa offri al cliente, sia in termini di ricette che di esperienze?
Oltre a coccolare gli ospiti preparando loro cocktail al tramonto, al risveglio si passa a caffè e cappuccino ad emulsione manuale. Utilizzo non solo la moka ma anche french press e aeropress. Non utilizzo cannucce di plastica da anni, spesso superflue e utilizzate a sproposito da molti colleghi. Ho con me, nel caso, cannucce edibili o compostabili. Quest’ anno ho tutte le date sold out ma sto già raccogliendo prenotazioni per la stagione estiva 2020, per lo più addii al nubilato, celibato, compleanni e team building. Ma salgono con me spessissimo anche persone da sole, coppie e piccoli gruppi. In barca si diventa una piccola famiglia molto in fretta.
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