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PepsiCo Italia si trasforma: da azienda totalmente beverage, si presenta con un portfolio più ampio, bilanciato e diversificato che valorizza anche le aree nutrition & snack, puntando sui succhi di frutta Tropicana, i cereali Quaker e sulle patatine Lay’s.

Il core business dei soft drink, in contrasto con la diminuzione dei consumi, è cresciuto in termini di vendita e quote di mercato. La sede italiana della multinazionale cresce riducendo impatto ambientale e valorizzando le persone. Nel segmento “low sugar” Pepsi Max ha ottenuto risultati straordinari grazie ad un importante focus dal punto di vista commerciale e di marketing. Lipton Ice Tea nel 2014 è stato tra i primi brand a rivedere la propria formula core per offrire un prodotto più salutare ai propri consumatori. Grazie all’ausilio della Stevia, è stato ridotto del 30% il contenuto di Zuccheri/Calorie (4.5g/100ml) dei prodotti e si è intervenuti ulteriormente per ridurre il contenuto di zucchero nella proposta di Ice Tea verde (di 1gr su 100ml). Dall’anno del lancio, nel 2006, il business Tropicana è incrementato. Dopo essere entrato nel mercato italiano con il prodotto “chilled” PepsiCo, ha lanciato la linea succhi Tropicana Ambient, sempre succhi 100% frutta, non da concentrato, con un processo produttivo molto simile a quello delle spremute fresche che permette di offrire un prodotto sul mercato dalla qualità unica e indiscussa. Tropicana rappresenta, sullo scaffale ambient, quanto di più vicino alla vera spremuta di frutta, tutto senza conservanti e zuccheri aggiunti.

Seguendo il trend benessere negli ultimi anni PepsiCo ha spinto anche su Quaker, brand leader a livello mondiale nel mondo dei RTEC (Ready To Eat Cereals), in linea con i nostri obiettivi globali di aumentare il consumo di prodotti nutrition salutari. In Italia si è iniziato con l’ampliamento distributivo sia per la nostra gamma di muesli croccanti, i Cruesli, sia per l’avena, che sta vivendo un momento di forte crescita nelle abitudini di consumo degli Italiani. Lay’s da luglio 2017 è tornato ad essere un brand gestito totalmente al 100% da PepsiCo Italia, attraverso l’integrazione anche di tutta l’area commerciale e distributiva. Questo permetterà di riservare una maggiore attenzione a tutte quelle che sono le strategie promozionali, le attivazioni nei punti vendita e le esigenze dei clienti stessi e di attuare per la prima volta il PO1 (Power of One), ovvero applicare strategie sinergiche, in particolare col brand Pepsi poiché vi è una sovrapposizione evidente e confermata del consumo delle due categorie.

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Negli ultimi anni PepsiCo in Italia, sia in ambito “supply chain” sia “manufacturing”, si è impegnata a ridurre il consumo e l’utilizzo delle risorse ambientali, attraverso progetti di innovazione, lo studio del prodotto e del suo ciclo di vita e il “lightweighting” (riduzione peso delle bottiglie e dei tappi), sempre garantendo l’alta qualità del prodotto. Nel 2016 è stato possibile, in collaborazione con i produttori terzi, ridurre la quantità di PET utilizzato nella produzione delle bottiglie di circa l’8%, pari a 270 tonnellate di materiale. Ciò ha consentito di ridurre le emissioni di CO2 equivalenti di 840 tonnellate, equivalenti alla piantumazione di circa 21.000 alberi. La “supply chain” PepsiCo Italia è stata innovativa nel monitoraggio delle emissioni di CO2 nel settore dei trasporti. Utilizzando un software logistico è possibile selezionare gli automezzi utilizzati nelle consegne ai clienti. Questa selezione è stata uno stimolo per i partner logistici nel fornire mezzi meno inquinanti e permettendo una riduzione delle emissioni CO2 dal 2012 al 2016 del 9%, pari a 138 tonnellate (equivalente a 3.460 alberi piantumati). Il principio di sostenibilità ambientale è stato applicato anche a tutti gli “equipment” per l’erogazione delle bevande alla spina; infatti, tutti gli impianti alla Spina Postmix oggi presenti sul mercato sono a risparmio energetico. Il principio della sostenibilità è applicato quotidianamente negli stabilimenti PepsiCo, in particolar modo nel sito di Scorzè (VE), dedicato alla produzione del “dispensing”, dove vi è stata un’importante riduzione delle risorse naturali utilizzate: dal 2007 al 2016 la quantità di acqua utilizzata è stata ridotta del 10% e complessivamente l’energia elettrica del 15% e il gas del 33%.

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