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Il perchè del cocktail spiegato da Stefano Renzetti

 

Mangiare e bere sono necessità primarie di tutti gli animali, uomo compreso, ma l’uomo è un animale curioso, incontentabile, audace, ingegnoso, che non si poteva limitare a brucare o ad azzannare.

Ma non poteva nemmeno accontentarsi di succhiare o lappare, così tanti anni fà inventò la fermentazione e molto più recentemente la distillazione!
Sarebbe potuto bastare: Invece no. Tutte quelle buonissime bevande fermentate, tutti quei deliziosi distillati gli sembravano colori splendidi dai quali però non nasceva un quadro, note armoniose che non davano vita ad una sinfonia.

Ecco l’idea: una tavolozza di bevande, uno spartito di spiriti, liquori, vini e succhi…
Se qualcuno tenta ancora di rifilarvi la vecchia storia del barista del “Coda di gallo”, un locale di New York, che inventò i cocktails per sfruttare i fondi di alcune bottiglie di rimanenza, non dategli retta!
Certo quel locale può esserci stato ma, nel caso, gli siamo debitori solo del nome, non certo dell’idea!

In molti altri locali, in molte altre parti del mondo, molti altri baristi stavano battendo la stessa stada, e spesso per scopi più nobili del riciclaggio di bottiglie al lumicino.

L’arte del miscelare è figlia dell’industrializzazione che aveva privato i bevitori del piacere della complicità e della compagnia e quindi il piacere di dire “vieni che ti faccio assaggiare…” era l’apriti sesamo della socializzazione.

Le bottiglie se pur di grandi distillati erano alla fine ferme e poco stimolanti invece il cocktail è un prodotto artigianale per eccellenza che serve come trait d’union tra un uomo e una donna o semplicemente tra il cliente e il barman.

Certo ci sono le regole, ci sono le ricette codificate, ma c’è anche la mano, l’estro, l’interpretazione del barman.

Se il problema fossero soltanto le dosi, lo scuotimento, la mescita, una macchina potrebbe fare meglio di lui, ma una macchina non potrebbe mai creare.

Creare nuove miscele e sopratutto creare quella magica atmosfera fatta di calore umano e discrezione, di sapere parlare e di sapere ascoltare, di servizio impeccabile e di tratto amichevole che distingue il bere per sete o per vizio dal bere per piacere e per cultura.

Vorrei sapere anche da Voi il perchè del cocktail, in un momento dove il vino e alcuni distillati modaioli gli stanno rubando terreno!

Stefano Renzetti

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