Il mondo dell’hôtellerie e dell’enogastronomia è un universo affascinante, pieno di storie ed esperienze. Ricco di sfide, successi e insegnamenti preziosi che arricchiscono chi vi si immerge.
L’avventura Di Peppino Manzi comincia nella pittoresca Romagna, terra di sole, mare e sorrisi, dove il turismo è un elemento fondamentale della vita quotidiana. Oggi è una realtà consolidata. Qui, tra Cervia e Milano Marittima, Il Maestro ha scoperto passione per l’ospitalità alberghiera, sebbene il settore dell’ospitalità non avesse allora ancora il prestigio che gode attualmente.
In passato, lavorare come barman o chef era considerato un piano B, non una scelta priva di prestigio. Nei decenni passati, negli anni ’50, il mestiere di barman, maître di sala o chef di cucina spesso era percepito come una strada alternativa, priva di lustro o rinomanza. Tuttavia, fin dall’inizio, Il Maestro vidde la bellezza nascosta in questa professione, la bellezza intrinseca che questo lavoro racchiude. L’arte dell’ospitalità va oltre il semplice servizio; consiste nel creare connessioni e far sentire le persone a casa anche lontano dalla loro dimora, dando loro una sensazione di familiarità, ovunque esse si trovino.
I primi passi in questo mondo furono mossi con curiosità mista a timore. Era un periodo in cui la scuola rappresentava più un sogno che una realtà per tutti. Forzatamente studio poco, ma la sete di conoscenza lo ha portato a leggere tantissimo. I libri, dai classici, ai romanzi, ai manuali tecnici, sono stati i maestri di Peppino, costruendo le basi della sua competenza. Lo hanno aiutato a costruire una base che lo avrebbe poi sostenuto nel tempo.
Il suo percorso ha avuto inizio dietro il banco di un bar, ha fatto la “gavetta“ come aiuto barman, dove ha imparato quanto fosse preziosa la precisione del lavoro accanto a un sorriso sincero può fare la differenza. All’inizio, avvicinarsi a questo regno fu un’alchimia di curiosità e timor reverenziale.
Successivamente poi, divenento maître/sommelier di sala, ha cominciato a creare ambienti accoglienti che facessero sentire i clienti benvenuti. Sopraggiunse poi la sfida di diventare chef di cucina che mi gli permise di esplorare la mia creatività culinaria e l’amore per i sapori autentici.
Ogni ruolo ha apportato lezioni importanti, gli ha fornito insegnamenti essenziali. Ha appreso l’importanza di rispettare il cliente e il lavoro svolto. L’obiettivo era ed è trasformare un comune servizio in un ricordo indelebile.
Ha sempre cercato di affinare le sue capacità, non accontentandosi di eseguire bene il suo lavoro, ma ambendo a trasformarlo in un’arte. Ha lavorato su progetti educativi per colmare le lacune formative nel settore dell’ospitalità. Era una visione innovativa, ma era determinato a contribuire a un futuro brillante per i professionisti del campo.
Riflettendo sul percorso del Maestro, egli prova gratitudine e orgoglio per le difficoltà superate e gli obiettivi raggiunti. Ogni esperienza lo ha forgiato e, nonostante le sfide, non cambierebbe nulla di ciò che ha vissuto nel mondo dell’hôtellerie e dell’enogastronomia. Questo viaggio gli ha insegnato il valore dell’accoglienza e l’importanza di amare il proprio lavoro.