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Valter Nardini: vi raccontiamo la storia di un grande barman

Storie al bar è uno spazio dedicato a voi barman e baristi che da sempre lavorate dietro al bancone e a stretto contatto col cliente. Oggi, nella rubrica Storie al bar, vi raccontiamo la storia di Valter Nardini, che è stato collaboratore di Peppino Manzi ed un vero professionista del settore.

Storie al bar nasce da un’idea di Peppino Manzi. Da molto tempo Peppino aveva in mente questo progetto per dar voce ai suoi ex giovani apprendisti barman del Cluny Piano American Bar e ai suoi ex allievi di scuola divenuti poi professionisti, poi aperto anche a tutti i barman, che potessero ricordare i primi anni della loro carriera delle vostre storie, delle vostre esperienze e lanciare un messaggio d’incoraggiamento ai giovani futuri barman.

Ecco il ricordo che Peppino Manzi ha voluto dedicare a Valter Nardini:

Valter Nardini arrivò al Cluny tramite la collaborazione con l’amico collega Renato Bellini, il quale Maître in un famoso ristorante di Davos, aveva una nutrita brigata di bravi e volenterosi giovani i quali avevano la peculiarità di lavorare in Svizzera con un bravo esperto nel servizio di ristorazione il quale nella stagione estiva era in esuberanza per quella località di Montagna.

E così che ho avuto la ventura di avere al Cluny eccellenti giovani ben preparati dal lavoro in Svizzera. Io sono ben convinto che personalmente puoi avere delle buone capacità nel tuo mestiere, ma se non hai bravi collaboratori che capiscano e sappiano proporre le tue qualità al cliente perdi gran parte del tuo potenziale. In media avevamo 15 dipendenti al Cluny American Bar e Ristorante, una brigata sostanziosa.

Torniamo al caro Valter: capace, conosceva il servizio e le lingue, ma la sua specialità innata nel sua buona e intelligente personalità era la leggerezza, simpatica maniera di proporsi, con noi gestori, con i suoi collaboratori e soprattutto con la clientela. Colto in tutto sapeva vendere e soddisfare le aspettative dei clienti e tanto più la fiducia che noi riponevamo in lui. Ciò divenne, in quei pochi mesi di alcune stagioni trascorse al Cluny, un caro amato amico.

Ricordo un aneddoto: Marco, mio giovane figlio che faceva il commis, in un momento di non lavoro mi pose una domanda di politica internazionale che io in quel momento farfugliai senza dargli una corretta spiegazione, lui accostato a noi vicino ascoltò, e ascoltò e capì anche la mia difficoltà a rispondere a un figlio, ma lui con il suo giusto garbo, intervenne in maniera così delicata che spiegò a Marco così anche a me senza toccare la mia suscettibilità di padre incapace di rispondere, anzi dentro di me lo ringraziai e capii e apprezzai maggiormente la sua intelligenza.

 

Come avviene con questi ragazzi, capiscono quando è giunto il loro momento per spiccare il volo e affrontare maggiori responsabilità lavorative. E’ così che Valter Nardini andò in seguito a Viareggio in un Grand Albergo, che poi assunse un grande impegno di responsabilità direttive; per poi trasferirsi all’isola d’Elba a gestire un buon ristorante condotto secondo sue iniziative innovative di servizio e ambientazione, e due grandi famosi alberghi dell’Elba.

Purtroppo, dopo essersi sposato con la cara Simona ed essere felice con due piccole magnifiche bimbe, Valter ci ha lasciati prematuramente. Noi lo ricordiamo sempre con tanto affetto.

Di seguito, poi, riportiamo la storia scritta dal ragazzo che ha lavorato tanto con Valter e che ora è diventato un grande maître: Carmine Mega.

Dedicato a Valter…….
Credo che nella mia vita non incontrerò mai più una persona come lui. Ho avuto la fortuna di lavorare affianco a lui per quasi 10 anni, sono stati anni bellissimi e ricchi di apprendimento sul lato professionale e umano, e stato per me un maestro di vita lo è, lo sarà per sempre.

Una persona che dava una possibilità a tutti, che riusciva a tirare fuori il meglio di ognuno di noi, capace di trascinarci come un vero leader con la sua empatia. Quando Valter ci ha lasciati eravamo increduli davanti alla realtà, ma noi tutti sapevamo che non era così perché avevamo perso la sua presenza sì, ma non quello che ci aveva insegnato, quello non lo avevamo perso, ed ancora tutt’oggi molti di noi non passano giorni a pensare a lui prima di fare qualcosa chiedendoci ‘Se ci fosse stato lui come avrebbe fatto’. Credo che il solo pensarlo e metterlo al centro di ogni decisione in ognuno di noi lo faccia continuare a vivere.

Conoscere Valter è stato un punto di svolta per la mia carriera non sarei arrivato mai ad essere quello che sono oggi e questo lo devo solo lui, ‘ha saputo prendere per mano un ragazzino ambizioso e volenteroso fino a farlo diventare uomo trasmettendogli tutto quello che ha potuto, gli sarò grato per tutta la vita. Credo ci sia una sola forma di grandezza per l’uomo. Se un uomo può colmare il vuoto tra la vita e la morte. Voglio dire, se riesce a vivere anche dopo che è morto, allora forse quello era un grand’uomo. Per me l’unico successo, l’unica grandezza, è l’immortalità. E Valter è immortale.

Di seguito riportiamo alcune belle parole della moglie Simona nel ricordo di Walter.

Inizio ringraziando Peppino Manzi, autore di questo libro, per avermi concesso uno spazio da dedicare a Valter.
Colgo l’occasione per congratularmi con Peppino anche per il suo progetto editoriale presente e futuro e personalmente lo ringrazio per il suo impegno nel divulgare le sue conoscenze e la sua professionalità.

Quando mi ha chiesto di parlare di Valter mi è venuto un tuffo al cuore. Mi capita sempre quando penso a mio marito perché è come se improvvisamente me lo ritrovassi davanti agli occhi. Sì, è una visione strana. Non un fantasma ma lui in carne ed ossa. Solo la voce sembra arrivare da lontano.

Il mio Valter era un grande professionista. Faceva il direttore d’albergo da sempre, era nato per gestire le persone, per farle sentire a casa anche quando erano in vacanza. Era fantastico con il personale. Gli bastava uno sguardo per capire chi aveva davanti e se c’era un problema da risolvere prima che fosse esplicitato con le parole, era il suo talento.

Era un uomo che arrivava sempre con una soluzione. Lo faceva con una velocità incredibile, spesso non avevi nemmeno il tempo per accorgerti che c’era una criticità perché lui aveva già trovato una soluzione.

So che Peppino ha conosciuto Valter perché è stato un suo collaboratore e sono orgogliosa che abbia scelto di raccontare mio marito come professionista. Quello che posso aggiungere è che Valter era anche un marito meraviglioso, un padre insostituibile, un amico che tutti ricordano. Ha cresciuto una squadra di professionisti che oggi lavorano in molti alberghi dell’isola d’Elba, molti hanno fatto carriera con i suoi insegnamenti.

E’ stato il direttore di tre alberghi, non si fermava mai, il suo lavoro era una parte importante della sua vita. Adorava le sfide: ricordo molto bene quando decise di prendere in gestione anche un ristorante sulla spiaggia. Un carico di lavoro incredibile, una squadra nuova e difficoltà diverse da quelle che già conosceva eppure fu una stagione grandiosa.

Lo conoscevo e sapevo che ce l’avrebbe fatta: gestire tutto e ottenere il risultato che aveva fissato fin dall’inizio. Non ha mai perso un collaboratore perché i suoi ragazzi si affidavano a lui e lo stimavano profondamente. Era bravo professionalmente ed aveva una grande personalità oltre ad essere un uomo sensibile. Era un equilibrista, riusciva a gestire anche i rapporti più complicati, i clienti più difficili, le situazioni complesse.

Ancora oggi, ogni anno, quando si apre la stagione “i suoi ragazzi”, come li chiamava lui, scrivono dei post bellissimi sulla sua pagina Facebook e lo ricordano come un maestro. Nei loro messaggi ritrovo il ricordo di un uomo esemplare e sono orgogliosa di essere stata la sua compagna per la vita. Sono stata una moglie fortunata e quando leggo i messaggi che questi ragazzi ancora gli dedicano capisco qual è stato lo spazio di Valter nel mondo.

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Questa rubrica vuole essere una sorta di contenitore delle vostre storie di vita ed anche delle vostre ricette più importanti. Di volta in volta daremo spazio ad un barman che racconterà la propria storia umana e professionale e che ci dirà, con un aforisma, il suo modo di vedere questa straordinaria professione.

Gli articoli saranno pubblicati qui su bar.it

Per ogni articolo, appunto, troverete foto del barman aforisma e una sua ricetta “cavallo di battaglia”. Alla fine di questo percorso, raccoglieremo tutte queste esperienze in un volume: “Storie al Bar” e-book e cartaceo.

Se volete raccontare anche voi la vostra storia e la vostra carriera, potete inviare una mail a bar@bar.it indicando come oggetto Storie al bar. Ricordate di:

Indicare nome e cognome, luogo di provenienza;
Allegare il file con le domande a cui rispondere per realizzare l’articolo (POTETE SCARICARE IL FILE QUI)
Scrivere l’aforisma che vi rappresenta
Allegare una o più foto che vi rappresentano negli anni di lavoro
ricetta e spiegazione di un vostro cocktail con relativa foto

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