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UN CAFFE’, GRAZIE…MA LA MACCHINA NON DICE BUONGIORNO!

caffè

 

Da più parti sta emergendo che la distribuzione automatica, e quella del vending nello specifico, stanno ormai invadendo il mercato della somministrazione.

Certo, non si può ancora parlare di numeri straordinari, ma sempre di più i centri urbani prolificano di spazi in cui sono protagonisti store automatici, fronte strada e aperti 24 ore su 24. All’interno troviamo quasi sempre anche una distribuzione di bevande calde.

Sarà un’esperienza che avrete provato decine di volte anche voi, ma se fino a qualche tempo fa le famose “macchinette” (come vengono chiamate in gergo), potevano offrire solo acqua e snack dolci e salati, oggi si è completata la trasformazione in veri e propri Punti Pausa, spazi molto accoglienti, puliti e molto spesso provvisti di sedie e sgabelli per facilitare il ristoro.

Arredamento simile ad un locale tradizionale, quindi. Attenzione anche ai minimi dettagli e ai colori, per invogliare la sosta e renderla confortevole. Numeri alla mano, sembra la pausa pranzo il momento della giornata in cui gli italiani usufruiscono maggiormente di questa opportunità. Per la consumazione più gettonata si va sul classico: tris con panino, bibita e caffè. Pranzo comodo e veloce. Parliamo ora un po’ della diffusione.

Si stima che nel nostro Paese siano già operativi più di 1.200 di questi “negozi automatici”, i quali si affacciano proprio sulla strada (altro aspetto fondamentale del loro successo). La concentrazione però tende ancora in gran parte nei capoluoghi di regione o provincia, anche se pian piano si assiste ad una richiesta anche nei centri più piccoli (quelli dai 18 ai 20 mila abitanti per intenderci) e nei centri di attrazione turistica.

Quello della distribuzione automatica è stato da sempre visto come un mondo a parte (soprattutto dagli operatori di bar e ristoranti) e non troppo seriamente. Non si è data, forse, la giusta importanza e il giusto peso al cambiamento delle abitudini degli italiani, che hanno sempre meno tempo (soprattutto durante le pause nell’orario di lavoro) e, in questo lasso di tempo, preferiscono forse la comodità alla qualità, concetto sul quale torneremo però più avanti.

Chi progetta e realizza questi bar automatici ha però analizzato bene il mercato, ed ha deciso di parlare un nuovo linguaggio, anche grazie alle nuove tecnologie digitali. I Punti Pausa presentano alti livelli di automazione, superfici di oltre 50 mq con 4 o 5 distributori per ogni esigenza: caffè, snack, bibite fredde, gelati, panini caldi e croissant, pasta.

Certo, non potrete farvi comodamente servire al tavolo da un cameriere che vi consiglia e vi accoglie con professionalità: qui conta il “fai da te”, almeno nel servizio. Passano quindi gli anni e il mercato dell’automatico va stabilizzando i suoi affezionati e attira nuove fette di mercato, iniziando a suscitare interesse e curiosità, dimostrando il proprio impatto anche sulle reti tradizionali. Veniamo alla sicurezza.

Spazi aperti anche di notte, macchinari con cibi all’interno, assenza di personale: non sono pochi ormai i casi di furti e scasso, ed alcuni operatori hanno infatti deciso di garantire elevati criteri di sicurezza, magari togliendo qualcosa all’ospitalità. Ma altri hanno puntato forte sull’accoglienza e deciso di fidarsi ancora della buona educazione della popolazione.

Parlavamo di qualità, il valore su cui oggi si punta con forza e che, da sempre, i distributori automatici non sembrano garantire. Il tempo sembra aver sfatato anche questo tabù, almeno a detta dei produttori dei macchinari, e la qualità diventa il concetto chiave per lo sviluppo, tanto che alcuni locali perdono clientela proprio per la cattiva qualità dei prodotti somministrati.

Così, anche nella scelta delle marche dei prodotti si predilige ormai il livello altissimo, soprattutto per quanto riguarda caffè e primi piatti, in cui brand di successo la fanno da padroni. Altri punti di forza sono un’attenta gestione e scelta degli assortimenti, ambienti confortevoli ed igiene perfetta (come detto) e prezzi molto competitivi.

Pensate che per un caffè espresso si spendono solo 50 centesimi, esattamente la metà della spesa in un bar.

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