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L’assenzio è un distillato ad alta gradazione alcolica all’aroma di anice derivato da erbe quali i fiori e le foglie dell’assenzio maggiore (Artemisia absinthium), dal quale prende il nome.

Essendo generalmente di colore verde (naturalmente o mediante l’uso di coloranti), l’assenzio si è affermato anche con l’epiteto Fée Verte (Fata Verde). Viene generalmente bevuto aggiungendo dell’acqua ghiacciata e/o dello zucchero. Questo tipo di preparazione rende il distillato più torbido per consistenza e più leggero per gradazione alcolica, cosa che consente di degustarne meglio il sapore. Per questo motivo tale era il modo più comune di gustarlo nell’800, secolo di massima diffusione dell’assenzio.

L’assenzio è noto specialmente a causa dell’associazione con gli scrittori ed artisti parigini del Decadentismo per la popolarità che ebbe in Francia alla fine di quel secolo e all’inizio del successivo, fino alla sua proibizione nel 1915. Carlo Dossi, nelle sue Note Azzurre, dice che Rovani, il romanziere della scapigliatura, faceva un uso smodato di assenzio. La marca di assenzio più conosciuta nel mondo era la Pernod Fils.

Il Parlamento europeo ha da poco votato una legge a seguito di una proposta della commissione per la sanità pubblica e la salute abrogando la definizione della parola assenzio.

Il presente documento stabilisce anche il tasso minimo di anetolo 0,5 grammi per litro e il tujone ad un tasso tra i 5 e i 35 milligrammi.

I produttori francesi hanno appreso con disappunto il risultato della votazione, mettendo in risalto la frode possibile per i consumatori.

“Baudelaire si rivolterebbe nella tomba!” ha detto il deputato UMP Françoise Grossetête prima di continuare dicendo che “Ammettere di commercializzare un drink sotto il nome commerciale ‘assenzio’, senza fare in modo che la pianta con lo stesso nome sia utilizzata è ovviamente una frode.”

Quindi non chiamando l’assenzio con il suo nome originale i produttori tedeschi e svizzeri, che poco sanno riguardano l’autenticità della ricetta, ne benificerebbero creando anche delle proprie IGP.

Bocciata la proposta della Commissione, a Bruxelles non resta che presentarne un’altra, con la speranza di mettere finalmente tutti d’accordo su questa bevanda permessa nella Ue dal 1991, ma non ancora disponibile in tutti gli Stati membri.

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Fabio Renzetti

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