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Il liquore sembra essere stato scoperto nel XIII secolo. Era chiamato aqua ardens (acqua ardente) o aqua vitae (acqua di vita) il liquido alcolico trasparente e infiammabile che si otteneva dalla distillazione in appositi alambicchi di soluzioni alcoliche.
I primi liquori dolci vennero prodotti  nel medioevo dai monaci all’interno dei principali monasteri d’Europa. Successivamente un gruppo di persone legate da una disciplina, l’alchimia, nella ricerca della famosa pietra filosofale, capace di trasformare il piombo in oro, nella perenne ricerca dell’elixir di lunga vita, dettero un grande impulso  alla produzione dei liquori e dei primi distillati.
Uno dei primi liquori che si conosca viene accreditato dalla famosissima de Medici è il rosolio. intorno al “1700.
La preparazione dei liquori ebbe un nuovo impulso ad opera  del commercio delle spezie e poco più tardi, nel secolo diciannovesimo la riscoperta delle antiche ricette dei monasteri diventano bevande alla moda. Da qui in poi l’arte di combinare l’alcol con aromi vegetali o profumi si affinerà sempre di più, originando un’industria di notevole importanza economica nel nostro Paese.

Un mondo antico per gustare erbe ed essenze medicinali
L’Italia, grazie alla sua posizione geografica, è un rigoglioso giardino di piante e di erbe aromatiche: vi allignano tutte le varietà, fatta eccezione per il rabarbaro cinese e la china grigia, che rispettivamente s’impiegano come radice e corteccia e che sono importati dai Paesi dell’Estremo Oriente.
Il nostro Paese produce una larga varietà di amari-liquori ed ogni regione ha il suo amaro.
In questi ultimi anni però siamo divenuti anche importatori dai Paesi Balcanici di erbe botaniche: ex Iugoslavia, Ungheria,Bulgaria dal Medio Oriente e dall’Africa Settentrionale.
La fonte di materie prime nazionali si è impoverita perché l’industria liquoristica è in forte espansione. Sono prodotti naturali, progenitori dei farmaci digestivi e vanno usati con prudenza ed equilibrio.

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