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Quando i cereali non sono quelli mescolati al latte o allo yogurt nella prima colazione, ma la materia prima utilizzata per creare bevande distillate e fermentate!

uando iOgni cultura ha il suo cereale di riferimento che usa per la produzione di pane e contestualmente anche di birra o fermentati e che poi arriva a distillare, magari aromatizzandolo anche con spezie, frutta, cortecce (esempio china rossa o gialla), radici (liquerizia, genziana, rabarbaro).

Prime tracce della fermentazione alcolica si riscontrano nell’Antica Mesopotamia, con la scoperta dell’impasto alveolato e dell’alcol imprigionato in un liquido pregno di anidride carbonica, quello che noi conosciamo come birra, una delle bevande più antiche prodotte dall’uomo.

L’uomo ha nel corso dei secoli riversato questa esperienza nelle diverse materie prime disponibili in natura, capaci di attivare la fermentazione, ma ai cereali e alla loro distillazione è rimasto sempre profondamente legato.

Fra i distillati di cereali primeggia il whisky e fra gli whiskies il single malt scozzese, ottenuto dal solo malto d’orzo, che per un insieme di condizioni e di tecniche riesce ad essere un distillato dalla grande personalità e dall’enorme piacevolezza.

  • Sei sono le fasi del processo di preparazione del whisky:
    – macerazione
    – fermentazione
    – distillazione
    – maturazione
    – miscelazione
    – imbottigliamento
     
    ed i cereali più usati possono essere orzo, grano, mais, segale.

Gran parte della magia del processo si deve all’invecchiamento (da un minimo di due ad un massimo che può andare oltre i 20 anni) in botti che sono solitamente di rovere, mentre il tempo di maturazione in genere è determinato dai materiali e dagli stati in cui viene prodotto.

Il whisky, come tutti i distillati, non si beve ma si mangia!

Il distillato infatti va degustato in piccoli sorsi schiacciato sul palato e fatto roteare nel cavo orale cercando di captare più sensazioni possibili e gustare il piacere di un profumo da bere!

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