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Sono sempre stata affascinata dal mondo del bartending e dal suo continuo evolversi, una ricerca continua finalizzata soprattutto al condividere con il cliente il frutto di tante sperimentazioni.

Grazie ad una collaborazione di lavoro con un bartender molto competente, ma soprattutto capace di trasmettere la passione per questo lavoro, ho iniziato da semplice neofita a cercare di capire il mondo complesso della miscelazione e tutto quello che ruota intorno ad essa. Nella piccola realtà della provincia iniziano a vedersi locali e bar che provano a cambiare quella che era la tendenza degli ultimi anni, puntando sulla qualità e non solo sulla quantità.

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Lo scopo è riempire sempre di più i locali

 La necessita di riempire i locali il più possibile ha fatto sì che si scegliesse il più delle volte di non dare un‘impronta ben definita al proprio bar (aperitivi che diventano quasi cene con buffet più curati dei drink, musica altissima come in un discopub ecc.) dando così origine ad una confusione generale. Niente toglie che locali così non abbiano modo di esistere, ma non è detto che il cambiare e lo scegliere di dare risalto alla qualità non possa portare al successo. Ultimamente, grazie ad eventi mirati come Superbar, Aperitivi&Co, Gin day, Rum day ecc., a masterclass di bartender di successo, scuole o Accademy, i nuovi locali provano a riportare il fascino di quelli che erano i bar di una volta: un luogo di incontro in compagnia, o di semplice stacco dove si sa di trovare il bartender, un amico con cui scambiare due chiacchiere mentre si beve un drink che lui stesso ci ha consigliato di provare dopo averci chiesto i nostri gusti.

La nuova tendenza è puntare su locali all’apparenza semplici, luoghi dove rilassarsi e lasciarsi coccolare quasi si fosse nel proprio salotto; gli arredi sono caldi, quasi vissuti, con luci soffuse e musica soft, ma la vera sorpresa è la lista dei drink. Si portano alla riscoperta dei nuovi avventori veri must della miscelazione, magari con rivisitazioni, e soprattutto si riutilizzano prodotti di pregio associandoli a prodotti homemade o comunque del territorio. Sono piccoli mondi da scoprire e che non puntano a togliere la fetta di mercato a chi propone altro, ma a diversificare, per dare una valida alternativa ad una serata fuori casa.

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SERENELLA CAMPO, classe 1967, da sempre vive nel mondo del food/beverage, più per passione che per lavoro. Ha intrapreso un “cammino spirituale” alla ricerca del “santo bar” che rispecchi i tre punti fondamentali della sua filosofia di vita: 1) la persona più importante del locale è il cliente 2) prendi sul serio quello che fai ma non prenderti troppo sul serio 3) ricorda che tutto quello che fai lo fai per il cliente, non per un selfie.
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