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Dov’è finita la cultura italiana in cucina e nel mondo della miscelazione? Perché grandi chef e grandi barman creano nuove ricette senza appoggiarsi alla tradizione? Una riflessione sul cambiamento nel mondo del food&beverage.

Sono stufo dell’ennesimo ristorante stellato che insegue la cultura gastronomica francese dimenticando la grande ed unica tradizione italiana. La stessa cosa che avviene nel mondo della miscelazione, dove tutti sono alla ricerca dell’innovazione disconoscendo o non conoscendo il classico. I vincitori veri, invece, saranno coloro che vanteranno il classico trasportandolo nel terzo millennio. Non dovete più appoggiare le stranezze alimentari senza supporto culturale, bisognerebbe essere critici con i ristoranti stellati e i bar dove tutto è solo show!

Cervelli dediti all’alimentazione e al bere, riappropriatevi del vostro territorio!

Sì, il mondo cambia, e con esso le tecniche e le ricette. Ma dove andremo a finire senza lo studio, la dedizione, la passione e l’applicazione della tradizione? La questione è sia di identità culturale che di esperienza e tecnica professionale. Assistiamo all’ingresso nel mondo food &beverage di nuove figure che magari sanno realizzare ricette molto tecniche ma poi si perdono nelle banalità…chi sa più fare uno spritz a regola d’arte?

Insomma, parlo ai colleghi, ai giovani ragazzi e anche ai clienti: restituiamo alla professione del barman e dello chef il ruolo di cerimoniere a completa disposizione dell’avventore. Basta con le improvvisazioni, con le mode fatte di ignoranza, di packaging vuoti, prodotti mediocri e poche conoscenze. Ciò di cui occorre riappropriarsi è la personalità, la capacità di saper degustare e di imparare dal classico, che andrebbe ritrovato!

Cordialmente

Peppino Manzi, papà dei barman italiani
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